Quando il processo e le relazioni valgono più del risultato.
La partecipazione, anche nella cultura, è un tema di cui si parla sempre più frequentemente. I patrimoni culturali, tangibili e intangibili, sono ormai ampiamente riconosciuti come beni comuni che hanno attivato esperienze e modelli teorici che ne promuovono la cura e la valorizzazione secondo modalità sempre più partecipative. Quali sono le modalità di coinvolgimento dei cittadini? Quali buone pratiche hanno saputo generare e continuano a stimolare? Ma soprattutto, cosa implica, in termini di condivisione di valori e di bagaglio culturale, la governance partecipativa del patrimonio? Quanto i patrimoni culturali di una società e i valori che questi sottintendono ed esprimono possono acquistare nuovi significati, alla prova della composizione sempre più variegata e multiculturale delle comunità di riferimento?
Pubblicato dalla DG istruzione e cultura della Commissione europea il rapporto sulla governance partecipativa del patrimonio culturale, uno dei prodotti dell’Anno europeo del patrimonio culturale, che promuove “modelli innovativi di governance partecipativa e di gestione del patrimonio culturale, coinvolgendo tutti i portatori di interessi, comprese le autorità pubbliche, il settore del patrimonio culturale, gli attori privati e le organizzazioni della società civile”.
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