La Bovisa, quartiere periferico a Nord-Ovest di Milano annesso alla città nel 1873, è stato uno dei più vivaci poli industriali del capoluogo lombardo per buona parte del ‘900, meta di flussi migratori interni e motore occupazionale per diverse generazioni. A disegnare i lineamenti del quartiere è la rete ferroviarianata nel 1880, che, oltre ad avvolgerlo, lo taglia a metà in direzione Nord-Sud creando due aree dall’evoluzione indipendente perchè comunicanti esclusivamente per vie pedonali. La presenza e la conformazione dei tracciati ferroviari hanno determinato da un lato il successo della zona come polo industriale, dall’altro la chiusura rispetto al resto della città.
Nel 1990, però, è stato piantato il seme giusto, quello che avrebbe permesso alla Bovisa di trasformarsi nella realtà urbana che oggi è diventata.
Il Politecnico di Milano, infatti, ha ottenuto da parte del Comune la possibilità di distaccare alcuni dipartimenti e campus nel cuore del quartiere.
Si tratta del sistema Design ad Est, nelle strutture della ex Ceretti & Tanfani, e Ingegneria ad Ovest. Lentamente, così, il quartiere si è ripopolato di giovani, di studenti stranieri e di ragazzi che avevano voglia di vivere la propria università a piene mani trovando, oltre alle aule di studio, anche gli spazi per divertirsi e per esprimere la propria creatività.
Negli anni sono così sorti numerosi makerspace e laboratori creativi come Fablab Milano, Makershub, Ideas Bit Factory e Polifactory, luoghi dove l’ingneria sposa il design, la funzionalità estetica si unisce allo sviluppo tecnologico e dove il riuso degli spazi e delle vocazioni dei luoghi della vecchia industria rappresenta la finestra aperta sul futuro del design.
Per arrivare alla consacrazione della nuova Bovisa, però, si è dovuto attendere fino a quest’anno quando, nel corso della Design Week, ha debuttato il progetto Bovisa Design District, il distretto dedicato all’innovazione che propone ai visitatori percorsi interattivi alla scoperta della produzione tecnologica incubata e sviluppata in zona. Si parla sì di design, ma anche di robotica, intelligenza artificiale e di approcci green applicati alla vita di tutti i giorni.
“Il percorso di riqualificazione ha virato negli ultimi anni dagli interventi urbanistici ai reali punti di forza del quartiere: formazione, ricerca scientifica, cultura e design – spiega Antonello Fusè, Presidente di INBOVISA – diventando il punto di riferimento milanese per l’innovazione e la creatività. A differenza degli altri distretti, i protagonisti del Fuorisalone in Bovisa “fanno distretto” tutto l’anno e costituiscono l’ossatura dell’ormai consolidata propensione a sperimentare e cooperare.”